GAIA, COME STAI?
Gaia, come stai?
di Silvia Elena Montagnini e
Marco Pasquinucci
con Emanuele Niego
regia di Marco Pasquinucci
scenografia di Filippo Grandi
disegno luci Diego Ribechini
co-produzione Officine Papage e
Fondazione Sipario Toscana onlus
Madre Terra ha fatto le analisi ed è decisamente di pessimo umore: è inquinata, sta finendo le energie, e a volte… alza un po’ il gomito. Gaia – questo il suo nome – ci porta a spasso – con leggerezza ma non superficialità – attraverso i nostri consumi, le nostre esagerazioni, il nostro essere esigenti.
Qual è la causa? Il bisogno crescente di energia.
Serve energia per tutto: per muoversi, per scaldarsi, per illuminare. Petrolio, gas, carbone, nucleare. Combustibili fossili destinati a finire, ma anche soluzioni pericolose. In tutti i casi si accumulano scorie tossiche che inquinano aria, acqua, terreni. Al contempo Gaia è stracolma di tutto ciò che rifiutiamo, che buttiamo, che decidiamo essere ormai inutile. Inquinamento, disboscamento, l’aumento della temperatura…
Gaia ci presenta il conto.
E noi?
Un giovane personaggio si muove, agisce, ci rappresenta, spesso inconsapevoli consumatori e raramente consapevoli esseri viventi su un pianeta in difficoltà, sicuramente sempre più numerosi, insostenibili, pronti a prendere …e buttare via.
E se i rifiuti fossimo noi?
Gaia e il nostro vivere quotidiano. Cosa sceglieremo? Come agiremo? Quali possono essere le scelte consapevoli? Come si fa a prendersi cura di questa vecchia e stanca Terra, che un tempo era la più bella del Sistema Solare (a suo dire…)?
Il modello di rispetto ambientale cui lo spettacolo fa riferimento è connesso all’idea di un’economia che rispetti l’ambiente ed orientata ad una società che non produca rifiuti, ma sappia creare ricchezza e benessere con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse. (Linee guida educazione ambientale, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).
I bambini e le bambine, ancora vicini ad un’idea di ambiente come casa, come luogo in cui vivere l’avventura della vita, sono sensibili, più degli adulti, alle tematiche di rispetto del pianeta. Sono pronti, se educati e seguiti dai formatori, ad un cambio di mentalità utile a trasformare comportamenti e scelte orientandoli allo sviluppo sostenibile. Si attiva così un “Processo per cui gli individui acquisiscono consapevolezza ed attenzione verso il loro ambiente; acquisiscono e scambiano conoscenze, valori, attitudini ed esperienze, come anche la determinazione che li metterà in grado di agire, individualmente o collettivamente, per risolvere i problemi attuali e futuri dell’ambiente.” (International Union for Conservation of Nature, Commission on education and communication – IUCN)